Il 2020 ha visto l’introduzione graduale dei “rivestimenti” facciali per tutti i cittadini (malati o sani) nella maggior parte dei contesti comunitari. Le maschere sono diventate obbligatorie sui trasporti pubblici, nei negozi e nei supermercati, negli spazi comuni per le scuole, per gli alunni con più di 6 anni. Poi sono diventate obbligatorie anche all’aperto. Questa strisciante e subdola coercizione ha condotto i cittadini ad identificarsi con la mascherina, che è diventata il simbolo evidente che la vita è cambiata dall’avvento del coronavirus.
La maggior parte delle persone sembra abbastanza contenta di nascondere il viso dietro uno un panno o una plastica. Chi è riluttante a conformarsi è spesso incoraggiato a farlo dai suoi concittadini: “È solo una maschera, non è un grosso problema”, “Aiuta a rassicurare gli altri”, “Mantiene gli altri al sicuro”, “Aiuta a proteggere i più vulnerabili”. A volte i trasgressori vengono accusati di incoscienza, di essere egoisti e ignoranti. Nel frattempo il nostro governo non esita a rigurgitare il mantra imperante del rivestimento facciale, nonostante il punto di vista dell’establishment (OMS e esperti) sulla questione delle mascherine si è ribaltato più volte come in una prova di ginnastica olimpica – influenzato da pressioni politiche piuttosto che da prove oggettive.
Dovremmo tutti conformarci e permettere che i rivestimenti per il viso diventino parte integrante della nostra vita quotidiana?
Griderei un sonoro “NO”.
Ecco cinque buoni motivi per non indossare una mascherina, numerati al contrario per indicare un ordine di importanza crescente:
5. Non c’è evidenza scientifica che la mascherina riduca la trasmissione del virus nella popolazione;
4. Le mascherine possono nuocere;
3. Le mascherine segnalano la sottomissione alla attuale tirannia della salute pubblica
2. Le mascherine ci stanno disumanizzando;
1. Le mascherine mantengono elevato il livello di paura.
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Non c’è alcuna evidenza scientifica che la mascherina riduca la trasmissione del virus nella comunità.
Ad oggi non sono stati condotti studi randomizzati controllati per indagare se indossare coperture per il viso abbia un impatto sulla trasmissione comunitaria del virus SARS-CoV-2. Al contrario, per quanto riguarda i virus dell’influenza stagionale, una recente revisione di 14 studi controllati ha rilevato che le mascherine non hanno ottenuto una riduzione significativa della diffusione virale.
I virus sono minuscoli – la millesima frazione di 1 mm. Pertanto i rivestimenti per il viso comunitari, con pori molto più grandi del virus, non fungono da barriera impermeabile. A sostegno di ciò, uno studio giapponese ha concluso che le maschere di stoffa “offrono zero protezione contro il coronavirus” a causa delle dimensioni dei pori. Allo stesso modo, una recente revisione (giugno 2020) dell’Istituto norvegese per la salute pubblica ha concluso che le mascherine comunitarie non apportano alcun beneficio agli individui sani, in particolare quando la prevalenza del virus nella popolazione è bassa.
La lobby pro-mascherina spesso sostiene che i rivestimenti per il viso impediranno che goccioline potenzialmente infette si diffondano ad altri attraverso la tosse e gli starnuti. Le mascherine offrono una barriera più efficace a questo riguardo rispetto all’uso di un fazzoletto o di una manica? Penso di no. E questo prima di considerare la pletora di conseguenze negative associate al loro uso improprio e grossolano. Per quanto riguarda la questione se i rivestimenti per il viso proteggano gli altri, ecco le parole del dottor John Lee ( patologo), ` Ci sono ben poche prove dirette per dire che lo fa, e un bel po ‘di semplici ragionamenti per suggerire che non lo fa ‘.
La conclusione definitiva emerge da una revisione completa delle prove scientifiche, che comprende studi sui virus influenzali, SARS-CoV-2 e osservazioni naturalistiche: “ La maggior parte degli studi ha trovato poca o nessuna evidenza dell’efficacia delle maschere facciali in tessuto nella popolazione come dispositivi di protezione individuale”
4. Le mascherine possono creare danni
Di recente ho osservato la barista in un pub locale mentre mi prendeva una pinta di birra. Visibilmente a disagio, la sua pesante copertura di plastica per il viso si estendeva fino alle palpebre inferiori e la sua fronte – unica porzione di pelle in mostra – pesantemente sudata. Durante tutto il procedimento di somministrazione della birra ha “giocherellato” con la mascherina, inzuppata dalla bocca, e tirandola ripetutamente con le dita…. senza dubbio trasferendo la saliva all’esterno del mio bicchiere. Pochi minuti dopo ho notato che aveva rimosso temporaneamente l’oggetto incriminato – che ora sembrava un pannolino sporco – e l’aveva lasciato su uno degli sgabelli del bar.
Ed è ciò che osserviamo continuamente per le strade, nei locali pubblici, nei ristoranti: mascherine al gomito, mascherine riposte in una bustina familiare, mascherine manipolate continuamente con le mani, mascherine sotto al naso.
E’ palese che che la stragrande maggioranza della popolazione mostri comportamenti inadeguati e pericolosi nell’utilizzo della mascherina. Con il conseguente e paradossale rischio di aumentare la trasmissione virale, come è stato più volte pubblicato su riviste come Nature. Sono stati, inoltre, evidenziati in diversi studi scientifici i potenziali danni per chi la indossa, tra cui stanchezza, mal di testa, dermatite facciale e disidratazione, falso senso di sicurezza, irritazione oculare (che spinge toccarsi gli occhi con le mano più frequentemente), ecc.-
Indossare la mascherina può non solo determinare danni fisici. È probabile che le persone che stanno già lottando con alcune difficoltà di salute mentale scoprano che le coperture per il viso aumentano il loro disagio emotivo. Ad esempio, è probabile che coloro che soffrono di attacchi di panico ricorrenti – esperienze spesso sostenute da pensieri di soffocamento – scoprano che le maschere aggravano le loro paure. Inoltre, le vittime di violenze fisiche e sessuali, che hanno contemplato una qualche forma di soffocamento (come ad es. una mano sulla bocca), saranno spesso “torturate” come in un “flashback”, dal trauma dalla sensazione fisica determinata dalla copertura del viso.
3. Le maschere segnalano la sottomissione alla tirannia della salute pubblica in corso
I Regolamenti sulla protezione della salute pubblica, frettolosamente e maldestramente introdotti e istericamente modificati, hanno imposto – senza alcun controllo parlamentare – restrizioni draconiane. All’intera popolazione sono state negate libertà fondamentali su viaggi, sul lavoro, sul tempo libero, sulle attività sociali e sull’istruzione. Per imporre con successo un regime totalitario di questo tipo, il governo (e i suoi fanatici della salute pubblica) necessitano dell’acquiescenza dei suoi cittadini: una mascherina costituisce un simbolo palese di tale arrendevole passività.
Per mantenere una tale tirannia – dichiaratamente imposta per il nostro bene – è essenziale il controllo della popolazione. La visibilità dei rivestimenti facciali fornisce un’identificazione immediata dei seguaci e dei trasgressori. Essere senza maschera in un supermercato, in autobus o in treno pone una persona nella categoria scomoda di una minoranza deviante, con tutta la pressione dei pari a conformarsi. A volte questa pressione sfocia in sfide verbali o abusi. Apparire smascherati è considerato dai devoti un atto di eresia e iconoclastia nei confronti della religione dominante.
2. Le mascherine ci stanno “disumanizzando”
Gli esseri umani sono animali sociali. Abbiamo bisogno di interagire con gli altri e comunicare per sostenere il nostro benessere. Le reazioni delle persone che incontriamo forniscono un feedback continuo sull’impatto che stiamo avendo sui nostri pari. Le mascherine sono uno dei principali ostacoli a tutte queste esigenze umane e, come tali, ci stanno disumanizzando.
I rivestimenti per il viso compromettono la comunicazione verbale. Una barriera davanti alla bocca “stona” inevitabilmente il discorso, rendendo più difficile differenziare le parole, in particolare quando l’ascoltatore ha problemi di udito. Alle persone sorde, le mascherine rendono impossibile la lettura delle labbra, isolandole totalmente dall’ambiente sociale.
Probabilmente, gli effetti negativi sulla comunicazione non verbale sono ancora più significativi. Le espressioni facciali giocano un ruolo centrale nel trasmettere emozioni. Ma quando guardo un passante con la museruola non riesco a determinare se quella persona è felice, triste, ansiosa, arrabbiata o disgustata, impedendo così qualsiasi forma di empatia e interconnessione umana. Un chiaro messaggio non verbale trasmesso da una maschera è “Uno di noi è impuro”: un avvertimento che scoraggia ulteriormente l’interazione. L’individualità è ridotta al minimo, se non scoraggiata e infine nascosta. L’uniformità diventa il nuovo standard.
Per quanto riguarda il mascheramento dei bambini, queste conseguenze negative si moltiplicano al punto da costituire una forma di abuso sui minori. Il gioco e l’interazione peer-to-peer sono necessari per lo sviluppo sociale e la crescita dell’intelligenza emotiva; l’atto di negare ai nostri figli queste opportunità fondamentali dovrebbe verificarsi solo nei romanzi, non in una società apparentemente civile.
1. Le maschere perpetuano i livelli elevati di paura
E quello che ritengo essere la conseguenza più dannosa del mascheramento diffuso: il prolungamento degli alti livelli di panico.
Nelle prime fasi della crisi del coronavirus il governo e i suoi consulenti esperti hanno preso la decisione strategica di aumentare il livello di paura tra la popolazione generale. Come mostrato nel verbale di una riunione del 22 marzo, gli specialisti psicologici del gruppo ritenevano che “il livello percepito di minaccia personale deve essere aumentato tra coloro che sono compiacenti” e hanno raccomandato di “utilizzare messaggi emotivi di forte impatto ‘ come strategia per migliorare l’adesione ai diktat di salute pubblica. Di conseguenza, in collaborazione con i media mainstream, siamo stati continuamente bombardati da mantra, slogan e immagini destinati principalmente a spaventarci e a sottometterci. La campagna politica mediatica è stata un enorme successo. Con la paura instaurata – incompatibile con la valutazione razionale del problema – la stragrande maggioranza della popolazione ha rispettato il lockdown e le altre restrizioni.
E ora le mascherine stanno perpetuando la paura. Agendo come un promemoria crudo e altamente visibile che il pericolo è ovunque, i rivestimenti facciali stanno dando un contributo importante al mantenimento dell’isteria collettiva. Tragicamente, il costo per la società è enorme.
La paura distrugge vite e mezzi di sussistenza. Ci sono molti studi che hanno messo in evidenza che la paura di andare in ospedale con problemi non legati al coronavirus sta contribuendo alla morte prematura di molte persone.
Sono raddoppiati i morti da infarto miocardico. Sono triplicate le amputazioni degli arti inferiori nei diabetici. Sono aumentati del 30% i morti da insufficienza renale. E’ saltata completamente lo screening oncologico. E’ triplicato il numero dei bimbi nati morti. Il Royal College of Paediatrics inglese ha dichiarato di avere prove di genitori troppo spaventati per portare i loro bambini malati in ospedale. Un oncologo senior ha previsto che i ritardi del trattamento potrebbero causare fino a 30.000 decessi per cancro in eccesso. E l’impatto sulla salute delle persone anziane – sole e isolate, troppo spaventate per lasciare le loro case – è ancora difficile da quantificare.
Poiché il paese rimane in una paralisi da panico, l’impatto sul benessere sarà considerevole. Molte aziende sono già morte per mancanza di affari, con decine di migliaia di persone che lavorano sodo, molte a basso reddito, perdendo i propri mezzi di sussistenza. In una prospettiva più ampia, l’Organizzazione internazionale del lavoro delle Nazioni Unite ritiene che “metà delle persone nella forza lavoro globale rischi di perdere il lavoro”. Di conseguenza, è probabile che i tassi di suicidio aumentino in modo significativo. Inoltre, gli elevati livelli di panico aggraveranno i problemi di salute mentale esistenti, comprese le persone già tormentate da preoccupazioni eccessive e preoccupazioni ossessivo-compulsive intorno alla paura della contaminazione.
Abbiamo creato una popolazione di “germofobici”.